Cinque stagioni a Poderbel
“… E’ appena iniziato l’Anno Domini 1527… L’epoca è quella: sullo sfondo a padroneggiare il suolo italico la Francia di Francesco. I, il Sacro Romano Impero di Carlo V e la Repubblica di Venezia, Pit in basso gli stati che ne subivano l’influenza e, a sud del Po, lo Stato della Chiesa di Papa Clemente VI. Ma Philip Dale non scrive un trattato di storia. Pur mantenendosi fedele al quadro ge nerale in cui si inscriscono gli avvenimenti, costruisce un romanzo, nel quale gli accadimenti sono governati dalla sua regia fantastica. É come viaggiare con i protagonisti nelle terre che, latinamente denominate, ci sono familiari: Brissia, Rovatus, Lonatus, Minervium e soprattutto Farfengus, Gabianus, Poderbel, in un contino susseguirsi d’imprese. Cinque le stagioni, dall’inverno dell’anno prima allinverno successivo, in cui prelati, conti, duchesse e duchi, uomini d’arme e mercenari, valorosi e meschini, intrecciano. Le loro gesta e le loro vite quotidiane. Risulta evidente come Philip Dale non sia solo attento conoscitore delle terre in cuisi giocano i destini dei protagonisti, ma soprattutto innamorato di questi lembi di Terra Bresciana, in cui Poderbel è il primo attore, con il palazzo dei Della Vigna sorvegliato dal Castello.
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