La prima chitarra non si scorda mai
Avevo completato la stesura di parecchi di racconti ed ero deciso a unirli in una raccolta. Ero ormai al terzo libro e volevo dargli un’omogeneità. Se il primo conteneva domande e dubbi e il secondo veniva attraversato da una sottile ironia, per quest’ultimo non mi riusciva di trovare un tema comune che mi guidasse nella scelta dei racconti da inserire. Mi sono allora sdraiato e assopito sotto un grosso albero. Ad un tratto una ciliegia mi è caduta sul viso svegliandomi da quel torpore. Così, come un novello Newton (con le debite proporzio-ni, naturalmente) mi si è illuminata la mente.
…Allora ho svuotato i miei cassetti dalle loro cianfrusaglie e mi sono fermato meravigliato a contemplare i sogni rimasti…
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